Una interessante Pasquetta a Camposoriano, organizzata dal Parco Regionale degli Ausoni con il contributo del Comitato Cittadino Camposoriano e con la visita guidata, svolta in collaborazione con Agenda21 di Terracina, dedicata all’altopiano carsico tra i più importanti della zona Mediterranea e rilevantissimo bacino di ricarica delle sorgenti di acqua potabile che alimentano la nostra città. La visita guidata organizzata dal Circolo Legambiente e da Agenda 21 Locale, che ha visto la partecipazione, nonostante il maltempo, di decine di persone e bambini provenienti, oltre che da Terracina, da tutta la provincia (Aprilia, Pontinia, Latina, Fondi) grazie anche alla diffusione della notizia sui giornali della provincia come Il Messaggero e LatinaOggi, ha avuto inizio presso la Rava di San Domenico con una introduzione a cura di Anna Giannetti, presidente del Circolo, che ha ricordato gli eventi principali e le leggi regionali che si sono succedute e che hanno permesso la protezione e la salvaguardia della zona e finalmente dal 2008 con Legge regionale n. 21 l’integrazione definitiva della zona nel Parco Regionale degli Ausoni. Il gruppo si è poi spostato verso il primo cartello di spiegazione proprio all’ingresso del Parco a Camposoriano, con una successiva spiegazione di Gabriele Subiaco, vicepresidente del Circolo e Coordinatore del tavolo tematico Ambiente della Agenda21 locale, centrata sui temi della Giornata dell’Acqua del 22 marzo scorso e della rilevanza geomorfologica del campo carsico di Camposoriano che ne fanno un geosito tra i più importanti della nostra regione per la grandezza e la preziosità delle grotte sotterranee che lo caratterizzano e la ricchezza delle acque che alimentano le numerose sorgenti ai piedi della pianura pontina (Ponticelli, Feronia, Le Mole). La visita è poi proseguita con un approfondimento, a cura di Carmine di Capua, fondatore della Associazione Cultura e Territorio che tanto si è prodigata dagli anni 70 per il salvataggio di Camposoriano, e attuale Coordinatore del tavolo tematico Gestione del Territorio della Agenda21 locale, sulle principali emergenze carsiche presenti a Camposoriano, come ad esempio gli inghiottitoi e le doline. Purtroppo, nonostante Camposoriano sia una area protetta ormai dal lontano 1985 (Legge regionale n. 56), la pressione antropica sul territorio ha fatto si’ che, negli anni, alcuni inghiottitoi siano stati manomessi anche se ne restano ancora alcuni, ricchi di folta e spontanea vegetazione, che sono stati mantenuti e ben visibili anche se però privi di specifica segnaletica. Anche per quanto riguarda le doline, altre rilevanti emergenze carsiche, alcune di esse sono andate ormai irrimediabilmente perdute, mentre ne resta una circolare molto ampia e visibile all’interno del vigneto che però risulta piena di sfalci di potature e mancante di segnaletica sul percorso circolare, anche se il percorso è ancora possibile nonostante alcuni impedimenti come un fosso e i residui delle potature (che andrebbero rimosse). La visita è poi proseguita alla cava, che pur essendo parte dell’area protetta è per ora chiusa e non accessibile per ragioni di sicurezza anche se – grazie al Comitato Cittadino di Camposoriano che ci ha dato il permesso e ci ha aperto il cancello- da noi visitabile per l’occasione, il cui sito ricorda ancora purtroppo la vicenda della ditta estrattrice STEMAR, che, anche grazie all’azione della popolazione e delle associazioni come Cultura e Territorio, ha poi portato alla terminazione delle attività estrattive e alla svolta decisiva della Legge regionale n. 56 del 27 aprile 1985 che classificava finalmente Camposoriano come Monumento Regionale. La cava è ancora in uno stato integro e sono visibili i massi estratti e lavorati con scanalature e fino a poco tempo fa con la presenza di gru, e soprattutto è visibile la piattaforma carbonatica con le fenditure rocciose che creano una specie di piccolo canyon. La visita guidata è continuata, dopo un piacevole incontro con docili asinelli che hanno incantato adulti e bambini, con la spiegazione dell’Acquaro, ovvero una rara e insolita pozza d’acqua, tenendo conto che nelle zone carsiche l’acqua raramente viene trattenuta in superficie per l’effetto stesso del carsismo, acquaro che veniva utilizzato anche come abbeveratoio, come mostrano alcuni segni come quello di mattoni accostati, ricca e brulicante di vita anfibia come rane e tritoni. Si sono poi approfonditi anche i licheni presenti sui corpi rocciosi (hum) e la loro importanza come “sensori” di una buona aria! L’area dell’Acquaro è stata trovata priva di cartello illustrativo (che sembra stato tolto dal piedistallo) ma ancora integra come un tempo. Dall’acquaro si è poi tornati, per concludere la visita, verso la Rava di San Domenico, emergenza carsica tra le più rilevanti e simbolo dell’intera area, la quale è stata trovata pero’ anche con dei segni di fuoco ormai spento all’interno che andrebbe rimosso. In conclusione la visita ci ha permesso di constatare lo stato dei luoghi e ci ha convinto sempre più ad impegnarci sul nostro territorio per tutelare e valorizzare sempre di più e meglio la zona. Abbiamo poi concluso la visita con una bella foto di gruppo davanti alla Rava, dandoci appuntamento per nuove visite!
Al link seguente si trovano alcune foto:
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