14 Agosto 2018
E’ arrivata un’altra estate, la Città indolente continua a vivacchiare alla giornata, risvegliata dalla triste vicenda della discussa presenza di Sofri al prossimo Terracina Book Festival, ma i nodi cruciali restano sempre al pettine, eppure, sarebbe invece ora di affrontarle alcune di queste questioni spinose, oltre che annose, per riuscire a trovare finalmente “magari tutti assieme” delle soluzioni utili per questa Città.
Noi della Legambiente in questi due anni e mezzo di vita e di storia del nostro Circolo, abbiamo cercato di dare il nostro contributo alla Città, con fatti, azioni, stimoli: abbiamo sventato impianti di mitilicoltura, e campi di ormeggio, “costretto”, con un impegno senza sosta e con una spinta progettuale consistente, l’Amministrazione a riaprire il Parco del Montuno, fatto proposte progettuali per rigenerare l’area di Levante, il Porto ed il Mercato della Marina, fatto orti e giardini nelle scuole, prodotto osservazioni al Piano di Tutela e di Gestione della Regione Lazio sui due SIC marini di Terracina che la Regione ha ritenuto per la loro validità di estendere a tutti i SIC del Lazio, lavorato alla formulazione di alcuni articoli importanti della legge regionale sulla Rigenerazione Urbana, vinto progetti PON-Miur di educazione ambientale insieme alle Scuole, messo in piedi un laboratorio innovativo per l’analisi delle acque con il dipartimento chimico del Bianchini, riaperto alle visite dei cittadini e dei turisti Villa Salvini, ripulito e riaperto con l’aiuto del Parco Ausoni il Sentiero del Tempio di Giove, pulito aree di pregio della Città come l’area archeologica del porto di Traiano, fatto esposti in procura importanti sui roghi e gli incendi, firmato un importante protocollo con il Parco degli Ausoni, portato a Terracina campagne nazionali storiche di Legambiente (Beach Litter, Spiagge e Fondali Puliti, Goletta Verde, Puliamo il Mondo), creato il primo progetto in Italia di rete di comunità contro le plastiche in mare e sulle spiagge (PlasticfreebeachesTerracina), lanciato il secondo progetto italiano di Fishing for Litter e fatto diventare Terracina sito di attuazione del protocollo regionale sul Fishing For Litter, lanciato un progetto di tutela e ripopolamento della Posidonia Oceanica, inventato ed organizzato eventi culturali nazionali come l’Appia Day e Goethe a Terracina, tutti inseriti in circuiti nazionali ed europei e apprezzati a tutti i livelli.
Ma oltre ad aver FATTO tutto questo, abbiamo anche studiato e valutato le questioni cruciali di questa Città, alcune delle quali già evidenziate in varie occasioni ufficiali, l’ultima, in ordine di tempo, la presentazione del 1° Ecosistema Urbano della città lo scorso gennaio. Uno studio fondamentale l’Ecosistema per misurare le performance della Città e indirizzare delle politiche adeguate ed efficaci su temi rilevanti. Ma in questo due anni e mezzo abbiamo dovuto constatare con una certa amarezza che non esistono spazi di discussione in questa Città. Gli spazi di dialogo sono fondamentali per confrontarsi e per farla crescere, il dialogo è l’essenza della politica ed è l’anticorpo fondamentale che può preservare la democrazia dalla prevaricazione dei prepotenti, degli arroganti, dei violenti, dall’aggressione delle mafie, dalla legge del più ricco e del più forte. Bisogna, che in questa Città si inizi a parlare e a discutere apertamente (confrontandosi costruttivamente e su un piano fattuale, con analisi, dati, programmi, progetti, proposte, idee) di:
– Sviluppo economico, Impresa e Reti di imprese, Giovani, Green Economy, Economia Circolare
– Sociale e Sanità
– Infrastrutture (strade, ponti, stazioni, porto, smart city), Scuole, Mercati, Patrimonio storico/artistico e culturale
– Turismo e Cultura (sviluppo domanda/offerta, nautica da diporto, certificazione imprese, teatro comunale, eventi di qualità, destagionalizzazione)
– Mobilità (trasporto pubblico locale, parcheggi, traffico e viabilità, direttrice stazione-mare, mobilità alternativa)
– Gestione e Tutela del Territorio (rischio idrogeologico, erosione costiera, tutela del patrimonio naturale, incendi, rigenerazione del sedimento sabbioso della spiaggia di levante)
– Accesso alle Fonti di Finanziamento (programmi di finanziamento regionali, nazionali ed europei, altre fonti))
– Ordine, Legalità e Giustizia
– Piani, Programmi e Progetti (piano della mobilità, piano energetico, nuovo piano degli arenili, regolamento edilizio sostenibile, piani integrati di rigenerazione urbana, contratti di fiume e foce)
– Servizi di qualità (app e servizi di mobilità, servizi per il turismo, tariffa puntuale per i rifiuti, semplificazione per le imprese e per il cittadino, pubblicizzazione dell’acqua)
Ecco, solo per citarne alcuni dei temi, a nostro avviso, importanti. Perché c’è bisogno di un’idea più chiara e ben delineata di Città, Città che appare sempre più priva di un disegno strategico, che vede solo qualche intervento spot difficilmente inquadrabile in un quadro organico, investita dalle situazioni più che capace di governarle. Una Città che continua ad essere preda, ancora nel 2018, di una politica medioevale, feudale, familistica, cortigiana, sfacciatamente clientelare, sfrontatamente al servizio di amici, parenti, sodali, organizzata ancora per ranghi e caste con duchi, marchesi, conti, baroni, cavalieri, valvassini e valvassori, schiava del “favore”, solerte nella gestione del “privato”, sciatta nella gestione del “pubblico”, guidata non da generali con una visione lucida ma da marescialli “sbriga faccende”. Una Città “ubriacata” dalla retorica e dal paternalismo da quattro soldi, da una politica più incline alla propaganda che al “problem solving”, carente degli strumenti minimi di trasparenza per la verifica ed il controllo completo dell’azione politico-amministrativa, sempre più corteggiata dagli interessi mafiosi e dal malaffare, infestata dalla piaga del caporalato, con evidenti deficit di approccio, di dialogo, di partecipazione, di mediazione, di maturità relazionale, di esperienze solide al servizio della comunità, di comunicazione e stampa libere. Limiti e carenze che non attengono solo all’attuale Amministrazione ma che, purtroppo, ci sembrano sempre più, un portato culturale generale, frutto di un ambiente progressivamente deprivato negli anni degli spazi minimi di confronto e di analisi ed in cui la democrazia, che è confronto di idee diverse nel rispetto reciproco, si è ridotta davvero al minimo sindacale. Una Città che stenta ad intraprendere un reale cammino di modernità, in cui si confonde ancora troppo spesso la “furbizia” con “l’intelligenza”, il nobile “agire gratuitamente per la Comunità” con la “coglionaggine”, ed in cui il “sapere” ed il “potere” viaggiano oramai pericolosamente su strade separate.
Un’idea nuova di Città va costruita invece giorno per giorno, con Umiltà, dialogando con Tutti (si proprio Tutti e dando priorità proprio a quelli che la pensano diversamente ma lo fanno in modo propositivo e costruttivo..), ascoltando e non arroccandosi dietro un mandato elettorale che non è, e non può essere, inteso come la firma di un contratto quinquennale in bianco ed irrevocabile che chi governa può permettersi di riempire all’impronta con i contenuti che più gli aggradano. Anche perché i nodi, se non si affrontano, prima o poi vengono al pettine e purtroppo a pagarne le amare conseguenze sarà la Città e la sua Gente. Ma per far questo ci vogliono Capacità, Competenze ed Energie vere ed all’altezza del compito ma soprattutto ci vuole Trasparenza e Lealtà verso i cittadini. Perché solo con la volontà da parte di Tutti di superare l’interesse personale o di parrocchia si potrà cominciare a lavorare davvero per un unico fine: il BENE Vero di questa Città.
Sono tanti i temi importanti che la Città deve affrontare, ma la sfida più grande è certamente quella Culturale, il superamento dei pregiudizi. Quel pregiudizio che spinge ad esempio molte delle persone che ci conoscono a Terracina a considerare disdicevole che dei professionisti si mettano a pulire le spiagge ed i parchi dai rifiuti. Capisco benissimo che in una Città in cui la “Forma” prevale ancora sulla “Sostanza” fino a sconfinare in situazioni parossistiche di “mistificazione della realtà”, dove i geometri vengono chiamati architetti, qualcuno si spaccia per archeologo e storico dell’arte, qualcun altro si professa ingegnere senza esserlo e l’Amministrazione onora ufficialmente del titolo di professore chi professore non lo è mai stato, il nostro approccio Semplice, Trasparente, senza sovrastrutture, fatichi ad essere compreso. Vi confesso però che ho fatto, come altri soci del nostro circolo, attività di volontariato per tanti anni a Roma e mi sono sempre sentito onorato di farlo, mi sono ritrovato al fianco tanta gente comune e spesso anche direttori generali e amministratori delegati ed il tutto nella completa “Normalità”, si la normalità dell’esercizio civico della cittadinanza. Per questo, mi sono convinto in questi due anni e mezzo, che la sfida cruciale della modernità di questa Città debba necessariamente passare attraverso una sua ineluttabile evoluzione Culturale, una sua improcrastinabile crescita Civile, una sua “Normalizzazione” attraverso il superamento dei troppi preconcetti, delle troppe false certezze, della puerile retorica, delle tante disoneste mistificazioni, delle “relazioni insane” che si sono sclerotizzate negli anni e che oggi ancora ne limitano le potenzialità, ne condizionano la crescita e ne indeboliscono la partecipazione civica consapevole, essenziale per ridare senso compiuto e nobile alla espressione più alta della partecipazione civica: la Politica.
di Gabriele SUBIACO
14 Agosto 2018