SENTENZA DEL TAR DEL LAZIO PER L’IMPIANTO DI MITILICOLTURA DI FONDI: molti dei rilievi e delle eccezioni evidenziate nei mesi scorsi da LEGAMBIENTE sugli iter autorizzativi delle Regione Lazio per gli impianti di mitilicoltura sulla costa pontina riconosciute dalla sentenza esemplare del 6 aprile scorso relativa alla concessione per l’impianto sulla costa di Fondi. Speriamo che dopo questa pesante sentenza si metta finalmente una pietra tombale sopra la sconcertante vicenda degli impianti di cozze sul litorale pontino.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO N. 87                       17.4.2018

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Sezione Prima Quater di Roma, nella camera di consiglio del 6 aprile 2018 si è definitivamente pronunciato sul ricorso relativo alla Determinazione n. G09852 del 13 luglio 2017 della Direzione Regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca della Regione Lazio, avente ad oggetto il rilascio di concessione demaniale marittima alla Mitilflegrea Soc. Coop. a.r.l., di uno specchio acqueo di complessivi mq 305.000 antistante il territorio del Comune di Fondi e del Comune di Sperlonga, a scopo di mitilicoltura, accogliendolo e annullando tutti gli atti impugnati dal Comune di Fondi, disponendo definitivamente, in virtù della natura delle illegittimità emerse, l’invio degli atti alla Procura della Repubblica e alla Procura regionale della Corte dei Conti per le valutazioni di competenza e ordinando che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

La sentenza riconosce molti dei rilievi che i circoli Legambiente di Terracina, di Fondi e di Minturno, coadiuvati dal Centro di Azione Giuridica (CEAG) Legambiente Lazio, avevano sollevato per l’impianto in questione ad agosto scorso quando avevano chiesto di nuovo alla Regione Lazio (dopo averlo già fatto lo scorso Aprile) di annullare tutte le autorizzazioni emesse e di sospendere gli iter autorizzativi in corso. In particolare la sentenza accoglie anche molte delle tesi che il Circolo Legambiente “Pisco Montano” di Terracina con analisi, studi, note e comunicati sostiene da due anni sul tema delle autorizzazioni della Regione Lazio per gli impianti di cozze sulla costa pontina, schierandosi a fianco del Comune di Terracina nel ricorso ad adiuvandum per l’impianto davanti la spiaggia di Terracina e supportando con le sue analisi tecnico-ambientali anche le amministrazioni di Minturno e Fondi nei rispettivi ricorsi.

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In primis la sentenza evidenzia come le attività in concessione rilasciate dalla Regione, specificamente gli impianti di acquacoltura e mitilicoltura, debbono rispettare la vocazione turistica del territorio, la gradevolezza paesaggistica e l’habitat naturale in particolare quando lo specchio acqueo interessato dagli impianti in concessione è di particolare rilevanza sul piano ambientale e naturalistico come nel caso delle concessioni sulla costa pontina visto i numerosi siti di importanza comunitaria (SIC) che insistono nella zona.

In relazione al punto precedente, la sentenza ravvisa anche la necessità, più volte evidenziata da Legambiente nei mesi scorsi, di provvedere a redigere il “Piano dello spazio marittimo” in base al D.Lgs. n. 201 del 17 ottobre 2016, di recepimento della Direttiva 2014/89/UE che oltre a stabilire la distribuzione spaziale e temporale dei nuovi impianti di acquacoltura e piscicoltura, impone, per detti impianti, la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA): ciò anche tenuto conto che le aree interessate dalle concessioni risultano tutte ubicate in adiacenza a Siti di Importanza Comunitaria (SIC) tutelati dalla normativa europea.

La sentenza rileva anche molte gravi anomalie procedurali, in applicazione del art.11 della Legge Regionale n. 8/2016, evidenziando la superficialità con cui è stata condotta l’istruttoria sull’istanza di Fondi da parte della competente Direzione regionale, la quale non si è avveduta dell’estensione e dell’ubicazione dell’impianto richiesto in concessione, invece prontamente rilevati dalla Capitaneria di Porto di Gaeta. Il Collegio giudicante del TAR ha ritenuto che tale condotta sia palese espressione di un non corretto e negligente esercizio del potere, dal momento che la segnalazione scritta, da parte della Capitaneria di Porto di Gaeta, avrebbe dovuto suggerire alla Regione, quanto meno, di approfondire l’esame della documentazione per verificare la correttezza dei rilievi dell’Autorità portuale o, viceversa, per poterli fondatamente confutare.

Altro punto importante, la sentenza ribadisce la non esistenza del carattere di urgenza dell’anticipata occupazione ai fini della sperimentazione per la classificazione delle acque ai sensi del Regolamento CE n. 854 del 29 aprile 2004 e s.m.i, come già affermato alcuni mesi fa con la sentenza del TAR n. 257 del 9 gennaio 2017, nel giudizio relativo alla analoga determinazione n. G02621 del 21 marzo 2016, con la quale la Regione Lazio ha autorizzato la stessa Mitilflegrea a occupare anticipatamente, ai sensi dell’art. 38 del codice della navigazione e dell’art. 35 del relativo regolamento di esecuzione, lo specchio acqueo di complessivi mq 500.000 antistante il territorio del Comune di Terracina. Anzi la sentenza odierna ribadisce non solo l’inesistenza del carattere di urgenza della anticipata occupazione ma decreta anche con molta chiarezza, come da Legambiente tante volte sottolineato, che in dipendenza dello specifico metodo di “campionamento” previsto dal Regolamento CE n. 854/2004 per la classificazione delle acque per la mitilicoltura non si ravvisa alcuna necessità di procedere alla realizzazione completa dell’intero impianto potendo procedere alla classificazione con semplici campionamenti puntuali.

In definitiva il TAR rileva che la Regione ha fornito al Comune di Fondi informazioni insufficienti, parziali e fuorvianti, tanto che plausibilmente, proprio perché ritenendosi non interessato dal futuro impianto di mitilicoltura, il Comune di Fondi non forniva riscontro. Le molte illegittimità del complessivo procedimento, riscontrate dal TAR, rendono di fatto illegittimo il provvedimento di concessione. Inoltre le circostanze fattuali ricostruite dal Consiglio del TAR, e quelle desumibili dagli atti, non sono state né smentite né minimamente contestate dalla Regione Lazio. In virtù di tutto questo il TAR ha proceduto ad accogliere il ricorso e ad annullare gli atti impugnati.

Insomma un gran pasticcio, una sentenza pesante ed una brutta pagina per la Regione Lazio, speriamo solo che adesso si metta finalmente una pietra tombale sopra la sconcertante vicenda degli impianti di cozze su tutto il litorale pontino.

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Legambiente è la più grande organizzazione ambientalista italiana con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Grazie ai suoi 1.000 circoli è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali. Tratto distintivo dell’associazione è l’ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili.

 https://www.ilfaroonline.it/2018/04/17/impianto-mitilicoltura-fondi-legambiente-terracina-dal-tar-sentenza-esemplare/217752/

http://www.agoraregionelazio.com/mitilicoltura-sentenza-del-tar-del-lazio-per-limpianto-di-fondi/

http://www.fondinotizie.net/notizie/comunicati-stampa/5292/cozze-legambiente-dopo-la-sentenza-del-tar-speriamo-ora-venga-messa-una-pietra-tombale-su-questo-tipo-di-concessioni

http://www.anxurtime.it/allevamenti-di-cozze-il-tar/

http://www.h24notizie.com/2018/04/no-al-mare-di-cozze-tra-fondi-e-sperlonga-il-giubilo-di-legambiente-sentenza-pesante/

http://www.temporeale.info/79015/citta/fondi/fondi-impianto-mitilicoltura-legambiente-sentenza-del-tar-esemplare.html

 

 

IL CIRCOLO LEGAMBIENTE TERRACINA “PISCO MONTANO”, IN OCCASIONE DELLA PROSSIMA TORNATA ELETTORALE REGIONALE DI DOMENICA 4 MARZO, ESPONE LE PROPRIE PRIORITA’ PER LA CITTA’ DI TERRACINA, RIBADENDO LA CENTRALITA’ DELLA QUESTIONE AMBIENTALE E DEL TEMA DELLA QUALITA’ DELLA VITA, SPESSO DIMENTICATE IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE DAI CANDIDATI PONTINI.

 

 

 

Comunicato stampa n.80                                                                 1.03.2018

La campagna elettorale per le Elezioni Regionali 2018 del Lazio sta andando verso la sua naturale conclusione e quello che è balzato agli occhi e alle orecchie, tranne alcune lodevoli eccezioni, è la quasi totale assenza dei temi ambientali nei programmi e nella comunicazione dei candidati pontini, e questo nonostante Terracina possa essere anche in alcuni ambiti, un modello da proporre e di cui vantarsi in Regione. Solo un mese fa è stato infatti presentato, a cura del Circolo, il Primo Rapporto Ecosistema Urbano Terracina 2017 che con dovizia di dati e analisi certificate ha illustrato la situazione delle performance ambientali della Città, costituendo uno strumento imprescindibile per definire le priorità di programmazione e di azione della Città, non solo a livello locale ma anche regionale http://www.latinatoday.it/cronaca/legambiente-primo-rapporto-ecosistema-urbano-terracina-2017.html .  Il nostro Circolo, da sempre attento alle vicende politiche della nostra città, della nostra provincia e della nostra regione, ha individuato alcune questioni nodali, alcune purtroppo solo accennate o solo genericamente affrontate in campagna elettorale, ma che meriterebbero invece una grande considerazione visto l’impatto sulla qualità della vita di tanti cittadini e su cui Il nostro Circolo si è già impegnato in questi anni e continuerà a farlo qualsiasi sia il colore e la composizione della nuova Giunta e del nuovo Consiglio regionale.

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RIFIUTI E PLASTICHE

Pur avendo quasi tutti i candidati citato il problema della gestione dei rifiuti tra quelli da affrontare, e pur essendo il Piano Regionale dei Rifiuti ormai una priorità anche alla luce dei recenti disservizi legati alla carenza degli impianti di trattamento della Regione (in particolare quelli di compostaggio), e nonostante che Terracina sia stata premiata nel 2017, per la prima volta, da Legambiente come COMUNE RICICLONE DEL LAZIO e possa da adesso in poi ragionevolmente puntare ad entrare anche nella graduatoria nazionale dei comuni Rifiuti Free (% RD > 65% e <75 kg pro-capite di indifferenziata), solo alcuni hanno messo in programma:  la riduzione della TARI ed il raggiungimento dell’obiettivo della Tariffa Puntuale (già applicata in 280 Comuni italiani, che è il cuore del sistema della differenziata peraltro obbligatoria dal 2020 come riporta il Collegato alla legge regionale di stabilità del 8 agosto 2016); il tema generale del corretto smaltimento dei rifiuti e le problematiche degli impianti carenti e della legislazione carente (il cosiddetto “end-of-waste”) che stanno mettendo in seria difficoltà tutta la filiera del recupero dei materiali differenziati vanificando spesso gli sforzi fatti da cittadini e amministrazioni nella differenziazione; la necessità di imprimere un impulso decisivo alla Economia Circolare che può dare vita a tante nuove imprese e generare tanti nuovi posti di lavoro cogliendo anche l’impatto che la Green Economy può avere sui nostri territori anche in ottica di sviluppo economico. Senza dimenticare le buone pratiche che Terracina sta avviando e che possono essere replicate anche a livello regionale, come quella che vede la nostra Città essere il sito italiano di attuazione del Progetto internazionale “PlasticFreeBeaches” finanziato dal programma Beyond Plastic Med della Fondazione Principato di Monaco, con la Rete #Plasticfreebeachesterracina creata da Legambiente, SIB, Confcommercio, Cooperative Pescatori, Esercenti e Scuole che sta diventando un modello a livello nazionale e internazionale, e potrebbe diventare una best practice regionale per il contrasto al Marine e Beach Litter su cui la Regione porrà sicuramente molta attenzione nei prossimi anni con finanziamenti dedicati.

INFRASTRUTTURE, PORTI E MOBILITA’ SOSTENIBILE

Si è parlato molto di infrastrutture, quasi un nuovo “Piano Marshall dell’Agro Pontino”: nuove autostrade (la Roma-Latina), porti ed aeroporti come se fossimo nel pieno di uno sviluppo economico senza fine e con una idea della mobilità e dei trasporti a dir poco novecentesca, senza pensare a come mantenere l’esistente (manutenendo strade, ricostruendo ponti e ripristinando ferrovie) e soprattutto a “cosa e chi” deve passare su quelle strade e perché, sorvolando sui piani partecipati di sviluppo della mobilità come il Piano regionale della Mobilità, o quasi ignorando i gravi deficit di qualità del trasporto ferroviario regionale e del trasporto pubblico locale che il nostro Circolo ha portato alla attenzione della Regione con le proprie iniziative e campagne #Pendolaria, come pure poca è stata l’attenzione dedicata ai temi del pendolarismo giornaliero, della mobilità per lo sviluppo turistico, della mobilità dolce e integrata, delle ciclovie e dei cammini. Eppure la Regione ha recentemente approvato una importante legge regionale (Legge sulla Mobilita’ Nuova n.11 del 28 dicembre 2017 stanziando più di un milione di euro nel biennio 2018-2019) per incrementare la ciclabilita’ e Terracina si trova proprio sulla direttrice della futura Ciclovia nazionale con la possibilità di collegare diversi tratti di pista ciclabile litoranea, ed è assolutamente necessario invece che le questioni dell’accesso e dei servizi di accoglienza della nostra Città anche per i cittadini senior e disabili, del doppio (e costoso) pendolarismo con le due stazioni di Priverno-Fossanova (scambio) e Monte San Biagio-Terracina Mare, dell’uso della stazione di Terracina e del ripristino della tratta ferroviaria tra Terracina e Priverno-Fossanova (con una decisione definitiva su questo a sei anni dalla frana), siano poste con forza  ma anche con tanta consapevolezza della complessità, al centro del piano della mobilità regionale. Il nostro circolo nel contesto della campagna annuale di Legambiente #Pendolaria ha portato all’attenzione da anni una serie di istanze provenienti dai cittadini e dagli utenti e sta lavorando ad una proposta di mobilità integrata (treno, auto, bici, traghetto, bus) per il sud pontino che prevede, tra l’altro, massima attenzione alla qualità dei servizi della tratta ferroviaria FL7 Roma-Napoli, la realizzazione del tratto laziale della ciclovia come infrastruttura portante regionale, la realizzazione di una metropolitana leggera che colleghi la nostra provincia con Roma, con un deciso e fermo No alla realizzazione dell’autostrada Roma-Latina e alla trasformazione dell’Aeroporto di Latina da militare a civile per dare invece priorità agli investimenti dedicati ad una efficace manutenzione del sistema viario (strade e ponti) provinciale completamente dissestato a cominciare dalla Pontina e dal ponte sul fiume Sisto, oltre alla necessità di procedere ad un aggiornamento del vetusto Piano Regionale di Coordinamento dei Porti che risale ormai al 1998. La questione del Porto di Terracina infatti andrebbe affrontata in modo sistemico e strategico, con un Piano integrato e partecipato di tutta l’area portuale evitando interventi ad hoc, come nel caso del discusso parcheggio, seppur necessario per lo sviluppo turistico, e attivandosi per fornire il Porto di una Stazione marittima e dei servizi di base visto lo stato di assoluto degrado in cui versa.

ACQUA PUBBLICA, RISCHIO CLIMATICO, SICCITA’ E INCENDI, DISSESTO IDROGEOLOGICO

Con qualche eccezione anche l’importante questione dell’acqua pubblica (su cui peraltro la nostra Regione si è espressa con una legge del 2014 n. 5 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” che ha fatto storia, dopo il referendum sull’acqua pubblica del 2011) e soprattutto la grave situazione della rete di distribuzione con una dispersione idrica superiore al 60% e la necessità di enormi investimenti per il suo ammodernamento avrebbe dovuto essere tema centrale (e non lo è stato purtroppo se non con qualche eccezione) così come il tema della grave siccità dell’anno scorso e dei cambiamenti climatici in atto che vedono anche la nostra Regione in grave crisi come approvvigionamenti idrici con impatti rilevanti sulle attività economiche e sulla vita delle persone nella nostra provincia oltre che sul turismo. L’intero assetto degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) andrebbe rivisto alla luce dello stato in cui versano i nostri bacini idrici, anche se Terracina, ne ha risentito meno di altre e degli investimenti necessari per l’ammodernamento della rete che sono poco compatibili con l’affidamento della gestione a società private. Anche la questione degli incendi, che pure ha funestato la nostra città e tutto il Sud Pontino la scorsa estate con migliaia di ettari di bosco andati in fumo nella nostra città e provincia molti dei quali appartenenti ad aree di assoluto pregio ambientale (SIC, ZSC, ZPS), è stata assente dal dibattito, o minoritaria, mentre invece è necessario già da ora partire con l’aggiornamento del Piano Anti Incendio Boschivo regionale che possa fare tesoro dei tanti errori commessi l’anno scorso frutto anche di una riorganizzazione del Corpo Forestale che abbiamo pagato a caro prezzo. Pochi hanno ricordato che il Comune di Terracina presenta una classe di rischio incendi alto (come da Piano AIB regionale- 2011-2014 Zonizzazione Rischio- Indice di Rischio IR), e per questo, è assolutamente necessario aggiornare il catasto degli incendi, previsto dalla legge quadro in materia di prevenzione e lotta agli incendi boschivi n. 353/2000, rafforzando gli investimenti in ambito forestale anche con strumenti finanziati. Oltre al tema del controllo e della  riforestazione del territorio bruciato che va portato avanti anche con finanziamenti mirati. Per non parlare delle questioni climatiche che pure danneggiano la nostra regione e la nostra economia locale come abbiamo visto nei mesi scorsi con siccità prolungata, alluvioni e trombe d’aria e su cui è necessario impegnarsi a fondo per la definizione di un Piano regionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici che, recependo le vulnerabilità e i rischi individuati dalla Strategia e dal Piano Nazionale, definisca le azioni da attuare sui territori per prevenire e mitigare i rischi. Siamo poi convinti che sia necessario un Piano di interventi unitario e straordinario per il dissesto idrogeologico a Terracina, tenuto conto del fatto che più di un terzo del comune di Terracina è a rischio frane e idraulico con circa 4000 persone a rischio attivandosi a livello regionale per i finanziamenti e attribuendo priorità alle emergenze post-incendi.

 TURISMO, CAMMINI E ITINERARI, EROSIONE DELLA COSTA E MITILICOLTURA

Anche su fronte del turismo, che pure rappresenta una fetta importante della nostra economia cittadina e regionale non abbiamo ascoltato molte proposte articolate, eppure la Regione deve dotarsi quanto prima di un Piano strategico regionale, coerente con il piano strategico nazionale 2017-2022 recentemente approvato, che possa valorizzare ogni singolo aspetto del nostro prezioso territorio sviluppandone la vocazione eco-turistica e culturale. La legge regionale n.2 del 10 marzo 2017, sulla valorizzazione dei cammini poteva costituire un ottimo punto di partenza, visto che a Terracina il nostro Circolo dalla sua nascita si sta impegnando per la valorizzazione del Cammino della via Appia a Terracina e per la costruzione del Itinerario Culturale Europeo di Goethe a Terracina entrambi presentati anche in prestigiosi contesti internazionali e conosciuti anche a livello regionale come una buona pratica di progettazione, speriamo presto finanziata. Anche sul fronte della erosione delle coste (che impatta oltre il 60% della costa della nostra città e il 44% della costa laziale) e delle spiagge e dei ripascimenti, nonostante la gravità crescente del fenomeno che mette al rischio le nostre belle coste e le attività commerciali turistiche, non abbiamo sentito molte proposte, mentre invece è assolutamente necessario predisporre un Piano strategico e operativo che coinvolga soprattutto gli operatori balneari, tutelando le piccole imprese a gestione familiare, prevedendo premialità per gli operatori più sensibili all’ambiente e che si fanno carico delle problematiche in coerenza con la Direttiva Strategia Marina dando sostanza alla Direttiva europea che prevede la Gestione Integrata delle Zone Costiere. Per non parlare del tema degli impianti per la Mitilicoltura, questione ancora aperta e da noi più volte sottolineata per la sua gravità, con comunicati e azioni congiunte, ma di fatto ignorato da tutti i candidati, nonostante i gravi potenziali impatti sul turismo del sud pontino. Ribadiamo anche la necessità di adottare quanto prima i Piani di gestione dei Siti di importanza comunitaria (SIC)/ZSC marini e dei SIC/ZSC terrestri del Lazio e di nominare gli enti gestori dei SIC/ZSC; di evitare i campi di ormeggio in specchi di acqua di particolare valore paesaggistico, naturalistico e ambientale sfruttando  per le nuove infrastrutturazioni per la nautica minore i corsi d’acqua e i canali se compatibile idrogeologicamente; di promuovere lo strumento dei Contratti di fiume accorciando i tempi e finanziando in modo adeguato sia la fase progettuale che quella di realizzazione del Piano di Azioni; oltre ad un No deciso e fermo alle trivellazioni nel Tirreno, il cui rischio non è ancora sventato.

RIGENERAZIONE URBANA, RECUPERO EDILIZIO, EFFICIENTAMENTO ENERGETICO

Anche sulla rigenerazione urbana Terracina, con il primo Laboratorio di rigenerazione urbana sostenibile del Lazio, fondato da Legambiente nel 2016, potrebbe rappresentare un elemento di buona pratica alla luce della recente approvazione della legge regionale n. 7 del 18 luglio 2017 sulla Rigenerazione Urbana e il Recupero Edilizio, favorendo una interpretazione in chiave ecosostenibile della Legge, che pure presenta alcuni aspetti sicuramente complessi (a tale proposito la Regione ha emesso recentemente con la Deliberazione n.867 del 19 dicembre 2017 una Circolare interpretativa che non scioglie però ancora tutti i dubbi) e applicando le sue parti più innovative per la rigenerazione di aree e zone degradate della nostra città magari proponendo progetti per finanziamenti regionali, o modificando il regolamento edilizio vigente per il nostro Comune con l’introduzione dei criteri di bioarchitettura e sostenibilità, e non utilizzando solo alcune norme vantaggiose, come fatto con il recente regolamento sulla monetizzazioni degli standard urbanistici approvato a fine anno. Altro tema completamente assente è quello delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica ad oggi assolutamente inesistenti a Terracina (con 78Kw/abitante contro una media nazionale di oltre 300KW) nonostante le ottime condizioni di soleggiamento di cui gode la Città. Il Piano Energetico regionale sviluppato negli scorsi anni ma ancora non operativo dovrà essere dotato anche delle misure economiche necessarie a spingere questa innovazione energetica in territori più arretrati come il nostro, e a questo proposito citiamo i recentissimi  Bandi e interventi della Regione Lazio per oltre 55 milioni di euro per sostenere gli investimenti di imprese ed enti locali in materia di efficienza energetica, economia circolare e sostenibilità, oltre ad impegnare la Regione per una definitiva liberalizzazione dell’autoproduzione e dello scambio dell’energia prodotta in loco con notevole vantaggio per i cittadini e le aziende oggi ingiustamente penalizzati.

AGRICOLTURA E PRODOTTI DI QUALITA’, MERCATI CITTADINI, CHILOMETRO ZERO E MIGLIO ZERO

Pur citandola genericamente come tema di campagna elettorale, nessun candidato ci sembra abbia presentato proposte puntuali per la valorizzazione nel proprio territorio dei prodotti agricoli e alimentari di qualità’, di cui peraltro la nostra città è molto ricca e questo anche alla luce della Legge regionale n. 14 del 7 novembre 2016 sulla Filiera Corta e i Prodotti di Qualità, che prevede uno stanziamento di 600.000 euro per il triennio 2016-2018, e che definisce un circuito in cui inserire le aziende agricole e le imprese e strutture ricettive che utilizzano almeno il 50% di prodotti a filiera corta che saranno contraddistinte da un logo, i bandi per le risorse genetiche autoctone, per il pesce a miglio zero, contributi ai comuni che promuovono iniziative nelle scuole, e l’indicazione di utilizzo dei prodotti a filiera corta nelle strutture di ristorazione collettiva pubblica, con la Regione promotrice di accordi tra i produttori e la grande distribuzione organizzata presente sul territorio laziale per la vendita dei prodotti provenienti dalla filiera corta, e sostenendo la nascita di gruppi di acquisto e di gruppi di offerta di cittadini. Non abbiamo visto proposte articolate su come concretamente valorizzare tutta la filiera dal produttore al consumatore, nonostante Terracina sia un Comune fortemente agricolo e ittico, e anche dopo la comunicazione della nostra posizione a riguardo, sul modello di gestione del nostro prezioso “Mercato della Marina” che oramai versa in condizioni di degrado inaccettabili e che potrebbe diventare il cuore pulsante di una nuova economia diffusa cittadina tutta a “chilometro zero” e a “miglio zero” e di come porre in generale il tema generale della riqualificazione dei mercati cittadini e rionali in ambito regionale anche con l’accesso a finanziamenti europei.

VERDE URBANO E CONSUMO DI SUOLO

Il tema della tutela dei parchi e del favorire la partecipazione civica alla gestione dei parchi cittadini, visto che gli indicatori sul Verde Urbano per Terracina mostrano un grave deficit sia in termini di Verde Urbano Disponibile (0,14%) che Fruibile (3,4 metro quadro/abitante), lontani dai valori medi di riferimento e anche da quanto stabilito dall’ Art. 17 della legge 765 (che detta gli standard urbanistici minimi del PRG) che individua in almeno 9 metri quadri/abitante gli spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport (dati Legambiente- Ecosistema Urbano 2017), è stato quasi del tutto assente totalmente dal dibattito, nonostante la Regione, proprio a partire dal collegato alla legge di stabilità (legge regionale n. 9 del 14 agosto del 2017) all’articolo 16 preveda incentivi per la manutenzione delle aree verdi con un impegno di circa un milione di euro di incentivi nel biennio 2017-2018.  Altri temi importanti di nostro sicuro interesso sono: la promozione di una Legge regionale per dire stop al Consumo di Suolo, per favorire la gestione dei Parchi Pubblici cittadini da parte dei comitati e delle associazioni anche attraverso l’adozione, da parte dei Comuni del Lazio, del Regolamento sui Beni Comuni; la revisione della L.R. 7 (Rigenerazione urbana) in particolare l’art.8 che consente comunque la monetizzazione degli standard urbanistici sotto i 1000/500 mq aumentando di fatto il consumo di suolo.

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Legambiente è la più grande organizzazione ambientalista italiana con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Grazie ai suoi 1.000 circoli è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali. Tratto distintivo dell’associazione è l’ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili

IL CIRCOLO LEGAMBIENTE TERRACINA, AUTORE DI UN PIANO DI RIGENERAZIONE SOSTENIBILE E IN CHIAVE ECOTURISTICA DELLA COSTA DI LEVANTE PRESENTATO GIA’ UN ANNO FA ALLA AMMINISTRAZIONE, E DI UNA SERIE DI IMPORTANTI PROPOSTE E INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E SVILUPPO DELLA ZONA, INVIA ALLA AMMINISTRAZIONE E A TUTTI GLI ENTI PREPOSTI, DETTAGLIATE OSSERVAZIONI IN MERITO AL RILASCIO DI UNA CONCESSIONE PER LA INSTALLAZIONE DI UN CAMPO DI ORMEGGIO ANTISTANTE LA COSTA DI LEVANTE, UNA DELLE COSTE PIU’ BELLE DELLA REGIONE LAZIO.

Comunicato stampa n.74                                            18 gennaio 2018

Il Circolo, di concerto con Legambiente Lazio, ha inviato nei giorni scorsi, con riferimento all’avviso avente per oggetto TERRACINA – LOC.: COSTA DI LEVANTE – ASSENTIMENTO IN CONCESSIONE SPECCHIO ACQUEO PER INSTALLAZIONE CAMPO DI ORMEGGIO, EX ART. 36 DEL CODICE DELLA NAVIGAZIONE ED ART. 8, COMMA 6 DEL REGOLAMENTO REGIONALE N. 19 DEL 12.08.2016, in qualità di Associazione di Protezione Ambientale riconosciuta ai sensi dell’art. 13 legge n. 349/86 e successive modificazioni e portatore di interesse diffuso in tema di tutela ambientale e paesaggistica e a seguito di accesso agli atti avvenuto in data 11 gennaio 2018, una serie di articolate osservazioni, inviate per conoscenza anche agli assessorati e agli uffici competenti della Regione Lazio, alla Capitaneria di Porto di Terracina, all’Ente Parco Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi e all’Ente Parco Regionale Riviera di Ulisse, al Ministero dell’Ambiente, sottolineando il fatto che tale concessione per 8800mq andrebbe ad impattare gravemente e irrimediabilmente sul grande valore naturalistico, storico, archeologico e paesaggistico dell’area, prospicente alla antica Via Appia nella sua variante traianea, limitrofo al Parco Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, alle pendici del Monumento Naturale Regionale Tempio di Giove e Monte S. Angelo (EUAP1085), parco suburbano che rientra nella tipologia di paesaggio dell’ “Appennino centrale” e nel sistema di paesaggio “montano”, e al cui interno è presente un sito di interesse archeologico caratterizzato dalle strutture antiche pertinenti al complesso santuariale attribuito a Giove Anxur, tra i più importanti del Lazio, Sito di Importanza Comunitaria (IT6040009) in virtù della riconosciuta valenza naturalistica del territorio e della presenza di habitat della flora e della fauna selvatiche indicate dalle direttive europee.

Il Circolo è autore di un Progetto di Rigenerazione Sostenibile di tutta la costa di Levante, solo recentemente riguadagnata alla pubblica fruizione con la chiusura di un depuratore costiero e il completamento del tratto fognario costiero e con grandi potenzialità di sviluppo eco-turistico, che comprende il sito dell’ex depuratore, l’area archeologica di Pisco montano e la valorizzazione dell’Appia antica “traianea” sul versante costiero, il parco del Montuno, il mercato della Marina, l’Area del Molo e l’anello ciclopedonale di Levante e la più recente proposta per la definizione di una area marina protetta di Levante denominata “Il Miglio Blu”, http://www.latinaoggi.eu/news/attualita/54168/la-rigenerazione-urbana-diventa-legge_-a-terracina-legambiente-ha-gia-un-piano , proposta che ha contribuito a portare Terracina al riconoscimento nel 2017 delle 3 Vele di LegambienteTouring Club.

In particolare le osservazioni, oltre a concentrarsi sugli aspetti tecnici e sulla valutazione di impatto ambientale dell’installazione, richiedendo pareri integrativi alla Amministrazione e richiedendo alla Regione Lazio la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA) previste ai fini del rilascio dei Piani di Utilizzazione a scopo turistico ricreativo delle aree del demanio marittimo, e soprattutto chiedendo che esse rispondano ai criteri di completezza e accuratezza dettati dalla più diffusa letteratura tecnica e scientifica in materia, riguardano anche la eccessiva vicinanza dello specchio acqueo coinvolto nella concessione al SIC – Sito di Importanza Comunitaria IT6000014 “Fondali tra Terracina e Lago Lungo” che occupa una superficie di 2182 ettari nei cui fondali sono presenti 1459 ettari di Posidonia Oceanica, 7 ettari di habitat con Cymodocea Nodosa ed è presente la Pinna Nobilis specie protetta dalla direttiva europea Habitat. Lazio, che proprio nella zona della costa di levante di Terracina presenta la maggiore presenza e densità di Posidonia Oceanica come dimostrano anche le enormi quantità di questa pianta acquatica che in questi giorni, a seguito di numerose mareggiate, sono state riversate sulla spiaggia di Levante e sulla scogliera di Levante.

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La meravigliosa Costa di Levante (in rosso la posizione approssimativa del campo di ormeggio)

Inoltre le osservazioni riportano alla necessità di salvaguardare sia la Qualità delle acque di Balneazione, peraltro, a seguito della chiusura del depuratore costiero, oggetto di un costante monitoraggio da parte di Legambiente “Goletta Verde” che ne ha rilevato il grande recupero ambientale, e oggetto di una proposta del Circolo di riammissione al monitoraggio per la balneabilità dei tratti precedentemente esclusi (in prossimità del Depuratore), già concordata con Regione Lazio e ARPA LAZIO che la Qualità delle Acque marino-costiere (e delle acque termali sorgive di cui la zona è ricchissima, come l’antica Sorgente dell’Acqua Magnesia e l’antica Sorgente dell’Acqua Sulfurea – di cui anche la stessa Amministrazione aveva promosso poco tempo fa la riqualificazione) considerato anche il pericolo generato dallo scarico a mare dei liquami di scolo e delle acque non depurate provenienti da sentine o da altri impianti delle imbarcazioni e di altre sostanze tossiche e inquinanti.

Inoltre le osservazioni riguardano l’impatto sulla Qualità dell’aria (tipo di carburante utilizzato dalle imbarcazioni ed emissioni gassose prodotte) e sull’inquinamento acustico (uso improprio di impianti di diffusione della voce e di segnali acustici o sonori) e luminoso (luci e fari posizionati per la visibilità notturna del campo di ormeggio) visto l’impatto di queste diverse fonti inquinanti oltre che sui residenti della zona anche sulla preziosa fauna (uccelli marini, in particolare gabbiani di molte diverse sottospecie) che numerosissimi da sempre vivono nella zona e che da sempre hanno scelto come loro sito di riproduzione proprio le falesie rocciose prospicenti la zona di mare interessata dal campo di ormeggio.

Legambiente è la più grande organizzazione ambientalista italiana con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Grazie ai suoi 1.000 circoli è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali. Tratto distintivo dell’associazione è l’ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili.

RETE #PLASTICFREEBEACHES A TERRACINA: DALLA PULIZIA STRAORDINARIA DELLA SPIAGGIA DI PONENTE DEL 12 DICEMBRE EMERGONO RIFIUTI INGOMBRANTI NON SMALTITI, MICROPLASTICHE E A SORPRESA ANCHE CENTINAIA DI RESTE PER LA MITILICOLTURA. TERRACINA PUO’ DIVENTARE PRESTO UN ECO-DISTRETTO #PLASTICFREE E UN ESEMPIO A LIVELLO NAZIONALE E INTERNAZIONALE.

Comunicato stampa n.69                                                          13.12.2017

A conclusione della pulizia straordinaria della Spiaggia di Ponente del 12 dicembre scorso, che ha visto la partecipazione e l’impegno degli alunni dell’indirizzo chimico del ITS A. Bianchini di Terracina con il quale il Circolo Legambiente ha avviato una importante collaborazione, la Rete #plasticfreebeaches creata da Legambiente all’interno del prestigioso Programma Internazionale “Beyond Plastic Med” della Fondazione Principato di Monaco, coordinata da Felice Enrico Di Spigno, Presidente del Sindacato dei Balneari, a cui partecipano attualmente SIB, Confcommercio Lazio Sud, Confcommercio ASCOM Terracina, Capitaneria di Porto di Terracina, De Vizia Urbaser Transfer SpA, Ente Parco Regionale Riviera di Ulisse, e le Scuole IC Don Milani, ITS A. Bianchini,  fa un’analisi qualitativa e quantitativa dei rifiuti raccolti sottolineando nuovamente la gravità del problema della plastica in mare e sulle spiagge (Marine e Beach Litter).

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La pulizia straordinaria del 12 dicembre sulla Spiaggia di Ponente di Terracina

Purtroppo non è  una questione residuale, quando parliamo di Marine e Beach Litter, perché secondo l’UNEP (United Nations Environment Programme) l’impatto economico derivato dai rifiuti nei mari del Pianeta è di 8 miliardi di euro l’anno e la sola spesa europea per la pulizia annuale delle spiagge è stimata in circa 412 milioni di euro. Sotto la lente d’ingrandimento della rete territoriale #Plasticfreebeaches anche le fonti d’inquinamento da microplastiche prodotte dalla degradazione delle plastiche, dai tessuti in fibra ed usate nei cosmetici e nei dentifrici, che purtroppo, per le dimensioni inferiori a 5mm, non vengono trattenute dagli impianti di depurazione delle acque reflue, come ricorda la recente campagna di Legambiente #Faidafiltro, insieme a circa 100 milioni di cotton fioc che arrivano nei nostri anch’essi per carenze depurative e per la cattiva abitudine di utilizzare il WC come il cestino di rifiuti, a cui si è ispirata la recente campagna di Legambiente #norifiutinelWC.

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Alcuni rifiuti spiaggiati raccolti dalla rete dopo le mareggiate sulla Spiaggia di Ponente

Inoltre ormai non è più moralmente accettabile che si continui ad utilizzare alcuni oggetti di plastica “usa e getta” e le nostre abitudini casalinghe devono cambiare drasticamente se vogliamo evitare questa catastrofe: i dati presentati, la settimana scorsa,  in occasione del workshop “Marine litter: da emergenza ambientale a potenziale risorsa” organizzato dall’ENEA in collaborazione con Accademia dei Lincei e Forum Plinianum  a cui il Dipartimento Scientifico di Legambiente è stato invitato a partecipare, ci dicono che circa 700mila microfibre di plastica vengono scaricate in mare da un solo lavaggio di lavatrice e 24 sono le tonnellate di microplastica provenienti dai prodotti cosmetici di uso quotidiano che ogni giorno riversiamo nei mari europei e che entrano nella catena alimentare. Prodotti di degradazione delle plastiche sono stati rinvenuti infatti nei pesci e persino nel sale da cucina! Il Mar Mediterraneo non è ancora agli stessi livelli del Pacific Trash Vortex, l’isola di plastica nell’Oceano Pacifico grande come la Turchia, ma la plastica nel Mediterraneo rappresenta già un’emergenza e un recente rapporto dell’Unione Europea stima nel Mar Mediterraneo oltre 100mila pezzi di plastica per kmq.

“Durante la pulizia effettuata dopo le mareggiate di questi giorni abbiamo trovato: pezzi di polistirolo di diversa grandezza derivanti dallo sbriciolamento delle cassette utilizzate per il pesce, tappi di bottiglie e bicchieri di plastica, secchioni di plastica usati per la pittura degli edifici, pezzi di sedie da esterno in plastica, lattine di metallo, bottiglie e contenitori in vetro, pezzi di legno, pezzi di tessuto, addirittura una bombola del gas. In genere, tutti rifiuti che normalmente raccogliamo e classifichiamo durante le nostre campagne periodiche nazionali come Beach Litter e Spiagge e Fondali Puliti. Un dato sorprendente è stato invece il numero veramente rilevante di “reste” rinvenute nel corso della pulizia, circa un centinaio in meno di 5.000 metri quadrati. Le reste sono le reti di plastica dove si coltivano i mitili. Probabilmente a causa delle mareggiate dovute alle condizioni meteo degli ultimi giorni, le reste sono riaffiorate dal fondale dove tendono ad accumularsi proprio per via del mancato smaltimento come rifiuti speciali da parte delle aziende di mitilicoltura, e sono arrivate, a centinaia, fin sulle nostre spiagge. Questo fatto ci ricorda, ancor di più, che non dobbiamo abbassare assolutamente la guardia contro i mega-impianti di mitilicoltura che rischiano di devastare anche il mare di Terracina. E anche se il TAR del Lazio-sezione di Roma, dopo aver emesso sentenza favorevole contro il mega-impianto di Terracina (almeno negandone il carattere di urgenza!), ha accordato la sospensione, rispondendo di fatto in modo positivo al ricorso del Comune di Fondi, pur rimandando la decisione sul merito al prossimo 6 Aprile, dobbiamo tuttavia continuare a vigilare, come sta facendo, oramai da due anni il nostro Circolo che è diventato, sul tema, un punto di riferimento per tutto il sud pontino con analisi scientifiche, tecniche e ambientali di assoluto valore”, dichiara Gabriele Subiaco, Vice Presidente e Responsabile Scientifico del Circolo.

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Una moltitudine di reste di plastica utilizzate per la mitilicoltura e non smaltite appropriatamente

“La giornata di pulizia straordinaria è stata anche l’occasione, da parte della rete del progetto #plasticfreebeaches, per avviare una serie di iniziative importanti, anche in vista della firma prossima del Protocollo di Intesa: estendere la rete a breve anche ai Pescatori, alle loro Cooperative e ai diportisti, avviare un tavolo di confronto con l’Amministrazione e l’azienda locale dei rifiuti De Vizia Urbaser Transfer SpA per la valorizzazione delle potenzialità dei materiali di plastica a fine vita e delle filiere del riciclo, inserire nella rete il Gestore Idrico Integrato AcquaLatina Spa per verificare assieme le azioni che si possono attuare sul filtraggio delle acque reflue per combattere il problema delle microplastiche e dei cotton fioc, e continuare nell’opera di sensibilizzazione dei ragazzi delle Scuole cittadine e di tutta la cittadinanza e dei turisti”-  dichiarano Anna Giannetti Presidente del Circolo e Felice Enrico Di Spigno, Presidente SIB Balneari Terracina e coordinatore locale della rete del progetto internazionale #PlasticFreeBeaches- “Inoltre la prossima campagna Legambiente #beachlitter 2018 in primavera prevederà una azione pilota innovativa sul riciclo dei materiali plastici in collaborazione con l’Amministrazione e la De Vizia Urbaser Transfer SpA. Terracina, operando unita e compatta come sta dimostrando la rete territoriale del progetto, può diventare presto un eco-distretto #plasticfree” all’attenzione del Governo, della Unione Europea, degli Organismi Internazionali come l’ONU ed essere da esempio per l’Europa e il Mediterraneo.

Legambiente è la più grande organizzazione ambientalista italiana con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Grazie ai suoi 1.000 circoli è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali. Tratto distintivo dell’associazione è l’ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili.

ITER DI APPROVAZIONE DEL PIANO DEL PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO: IL CIRCOLO LEGAMBIENTE TERRACINA “PISCO MONTANO” PRESENTA LE PROPRIE OSSERVAZIONI SU MOBILITA’ SOSTENIBILE, ENERGIA E RISCHIO CLIMATICO, INTEGRAZIONE CON SIC, ZSC E ZPS LIMITROFI SIA MONTANI CHE MARINI, INTEGRAZIONE GESTIONALE DI TERRACINA NELLA UNESCO MAB – RISERVA DELLA BIOSFERA (AREA DI TRANSIZIONE) CON L’ OBIETTIVO DI RICREARE LO STORICO LEGAME TRA IL PARCO E IL TERRITORIO DI TERRACINA.

Comunicato Stampa n.63                                    25.10.2017

Nei giorni scorsi e rispettando la scadenza del 19 ottobre,  il Circolo Legambiente “Pisco Montano” di Terracina ha inviato all’attenzione del Parco del Circeo le osservazioni al Piano del Parco come da iter in corso di approvazione.

L’approvazione del Piano del Parco rappresenta un momento storico, un vero traguardo per questa area protetta e per tutto il territorio per la salvaguardia della biodiversità e lo sviluppo economico del territorio, strumento di sintesi tra le esigenze di conservazione e quelle di fruizione sostenibile dell’area.

Le osservazioni prodotte dal nostro Circolo hanno tutte il comune denominatore di ricollegare il Comune ed il territorio di Terracina al Parco come vuole la sua storia, visto che gran parte dell’area rialzata della “duna antica” da Terracina a Nettuno coperta da boschi, era chiamata appunto Macchia di Terracina e di Cisterna ed era circondata da acquitrini e paludi infestate dalla malaria, nella quale vivevano alcune migliaia di persone dedite alla compravendita di legname e alla caccia, attività che per secoli hanno alimentato,  attraverso la preziosa rete dei canali, l’economia di Terracina. Proprio per ricordare l’importanza che la Macchia di Terracina ha avuto per secoli per la vita della nostra comunità, abbiamo voluto che il Piano recepisse gli indirizzi e le azioni tese a testimoniare, rinsaldare e a non far dimenticare questo storico legame cercando di lavorare sulle connessioni del Parco con il territorio circostante per poterlo integrare all’interno dello stesso legandolo con la storia passata ma anche futura di tutto il sud pontino.

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Stato paludoso dell’Agro pontino nell’anno 1777. (da Bortolotti et al., 1986)

Le osservazioni presentate dal Circolo in sintesi riguardano: il Piano per la mobilità integrata e sostenibile, il Piano energetico e l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’inclusione nel Parco del SIC IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina” per preservarlo da eventuali scempi come dalle autorizzazioni dei mega impianti per la mitilicoltura contro i quali il nostro circolo lotta da anni, la creazione di una rete di collegamento con le aree protette, SIC, ZPS, ZSC e i Parchi circostanti, l’integrazione compiuta del Comune di Terracina nella governance del Parco data la presenza del Comune di Terracina nella Transition Area UNESCO MAB-Man and Biosphere fin dal 2013.

Entrando nel dettaglio, in particolare è stata proposta la stesura di un Piano della Mobilità Sostenibile integrato tra i comuni del Parco in modo da collegare in modo più efficiente il Parco alla linea ferroviaria FL7 (Roma –Napoli) utilizzando gli hub di Priverno-Fossanova e Monte San Biagio-Terracina Mare che possono diventare veri e proprie porte di accesso al Parco, anche come InfoPoint di primo livello, ma anche incrementando la rete interna di piste ciclabili e interconnettendola con la prevista Ciclovia del Sole che potrebbe attraversare il Parco da nord a sud collegando (con le piste ciclabili già in uso e con altre da costruire) i Comuni di Latina-Sabaudia-San Felice Circeo e Terracina. E’ stata proposta la stesura di un PAESC (Piano di Azioni per l’Energia Sostenibile ed il Clima)  del Parco (esteso ed integrato con tutti i Comuni inclusi nel Parco) con obiettivi e azioni comuni sia sul piano della mitigazione (incremento dell’uso delle rinnovabili e degli interventi di efficientamento energetico) sia sul piano delle misure e delle azioni di adattamento climatico (in particolare per affrontare i fenomeni dell’innalzamento della temperatura del mare, del livello delle acque e dell’incremento dei fenomeni di erosione costiera) in linea con quanto già definito e previsto dagli scenari e dalle vulnerabilità ipotizzate nella Strategia nazionale e nel Piano nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici per il sud pontino. Un’altra osservazione riguarda la proposta di estendere a tutto il SIC IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina” l’area inclusa nell’ampliamento a mare del Parco in modo da compiere appieno, come affermato nel Piano, la funzione di tutela della prateria di posidonia che costituisce un elemento fondamentale per la protezione della fascia costiera e per la salvaguardia del sistema dunale e soprattutto contribuire ad escludere definitivamente la possibilità di installazione tra la foce del Sisto e del Portatore di un impianto di mitilicoltura di 500.000 mq proprio a ridosso dei confini settentrionali del SIC IT6000013 con un disastroso impatto sia ambientale che sulla economia turistica del litorale (come riportato nell’attuale ricorso ad adiuvandum del nostro Circolo al Comune di Terracina contro la Regione Lazio). Si propone anche di utilizzare, per la redazione del Piano di Gestione del SIC, le misure già proposte dal nostro Circolo alla Regione Lazio e dalla stessa approvate e di attuare, d’intesa con la Regione Lazio, una gestione integrata da parte del Parco del SIC marino anche per le parti non incluse nel perimetro amministrativo del Parco per garantire l’omogeneità di gestione del SIC, ed un adeguato livello di raggiungimento degli obiettivi di conservazione, senza necessariamente aggiungere ulteriori elementi di vincolo e di tutela.

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SIC IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina”

E’ stato proposto inoltre, congiuntamente al Circolo Legambiente Sabaudia “Larus”, che il Piano possa includere anche la creazione a terra di una vera e propria rete con le aree protette e i parchi limitrofi come il Parco Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, la ZPS IT6040043 “Monti Ausoni e Aurunci”, Il Sito di Interesse Comunitario IT6040007 “Monte Leano”, il Sito di Interesse Comunitario IT6040006 “Monti Ausoni meridionali”, il SIC/ZPS Lago di Fondi, il costituendo parco dei Monti Lepini attraverso la progettazione di corridoi ecologici di interconnessione tra le diverse aree per gli spostamenti in particolare dell’avifauna, che tenga conto del fatto che, come riportato nel Piano, esiste una Zona di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva CEE 79/409 (Direttiva Uccelli Selvatici) per tutta l’area terrestre del Parco, che si estende alla fascia costiera marina, utilizzando ad esempio come corridoi i canali della bonifica pontina che potrebbero a loro volta diventare un SIC come è già in parte avvenuto per una loro porzione ricadente nel SIC “Canali in disuso della bonifica pontina” (IT6040008).

Infine data la presenza del Comune di Terracina nella UNESCO MAB- transition area dal 2013 (delibera Comune di Terracina DGC n.399 del 30 ottobre 2013 – Adesione alla Transition Area), si propone, anche considerando l’intero Parco Nazionale del Circeo, o anche un’area più vasta, come unità gestionale della “Riserva della Biosfera del Circeo”, di integrare anche il Comune di Terracina tra i Comuni di riferimento per il Parco e di impegnare il Comune di Terracina in una cogestione diretta della Transition Area. In particolare poi si chiede di riferirsi per tutto cio’ che riguarda la gestione dell’area al più aggiornato documento “Lima Action Plan for UNESCO’s Man and the Biosphere (MAB) Programme and its World Network of Biosphere Reserves (2016-2025)” adottato il 17 marzo 2016 al 4th World Congress of Biosphere Reserves in Lima, Peru.

Legambiente è la più grande organizzazione ambientalista italiana con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Grazie ai suoi 1.000 circoli è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali. Tratto distintivo dell’associazione è l’ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili.

NEL CORSO DEL CONVEGNO DI IERI “SOSTENIBILITA’ INNOVAZIONE E COMPETITIVITA’: PENSARE AD UN NUOVO PIANO STRATEGICO DEL TURISMO TRA IDENTITA’, VALORIZZAZIONE AMBIENTALE, ARCHEOLOGIA E ECONOMIA DEL MARE” ORGANIZZATO E PROMOSSO DA CONFCOMMERCIO LAZIO SUD A SPERLONGA ALL’INTERNO DELLA NOTA MANIFESTAZIONE “SAPORI DI MARE” GIUNTA ALLA SUA 14^ EDIZIONE, I CIRCOLI DI LEGAMBIENTE TERRACINA, FONDI E MINTURNO, ASSIEME A LEGAMBIENTE LAZIO, CONFCOMMERCIO LAZIOSUD, CONFCOMMERCIO ASCOM TERRACINA, FONDI, MINTURNO E SINDACATO ITALIANO BALNEARI TERRACINA CHIEDONO NUOVAMENTE TUTTI INSIEME ALLA REGIONE LAZIO DI REVOCARE LE AUTORIZZAZIONI EMESSE E DI INTERROMPERE TUTTI GLI ITER CONCESSORI PER GLI IMPIANTI DI MITILICOLTURA, DAVANTI ALLE SPIAGGE DI TERRACINA, FONDI, SPERLONGA E MINTURNO.

Terracina, 7 settembre 2017                        Comunicato Stampa n.58

Dopo la recente determinazione n. G09852 del 13 Luglio 2017 della Regione Lazio per il rilascio di una concessione demaniale marittima di uno specchio acqueo di complessivi mq 305.000 (pari a 50 campi di calcio!) antistante la costa di Fondi e Sperlonga, a scopo di mitilicoltura, e la situazione ancora di assoluta incertezza relativa all’impianto che dovrebbe sorgere davanti alla costa di Terracina per il quale, la recente sentenza definitiva del TAR a favore di due consorzi turistici che erano ricorsi contro l’anticipata occupazione, non elimina il rischio di rilascio di una nuova concessione definitiva, e dopo il rinnovato allarme per un prossimo rilascio di una concessione anche davanti alle spiagge di Minturno-Scauri, sale il livello di preoccupazione per le nostre coste e per il turismo del nostro bellissimo litorale.

Il Presidente di Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora,  nella lettera inviata al Presidente Nicola Zingaretti lo scorso 31 Agosto, afferma in modo chiaro i concreti rischi di deterioramento dell’ecosistema  marino nonché  di  “inquinamento paesaggistico”, “danni alla costa” “impatto sulla qualità del mare” e sottolinea gli “impatti molto negativi sulle vere ed uniche risorse strategiche e socio-economiche del nostro territorio che sono i beni ambientali e quelli culturali, creando problematiche pesanti alle imprese turistiche  e commerciali dell’area, in una  fase di lenta ripresa” e riafferma che “le imprese, insieme alle Amministrazioni Comunali, stanno da mesi cercando di invertire una rotta negativa che ha portato al degrado ambientale e all’abbandono  del patrimonio culturale delle nostre zone”.

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Giovanni Acampora – Presidente Confcommercio Lazio SUD

Il nuovo impianto appena definitivamente autorizzato davanti alla costa dei comuni di Fondi e Sperlonga sorgerebbe ad esempio a poche centinaia di metri di distanza dal SIC IT6000014 “Fondali tra Terracina e Lago Lungo” che occupa una superficie di 2182 ettari ed interessa i Comuni di Terracina, Fondi e Sperlonga ed è il più esteso del Lazio. Nei fondali del SIC sono presenti 1459 ettari di Posidonia Oceanica, 7 ettari di habitat con Cymodocea Nodosa ed è presente la Pinna Nobilis specie protetta dalla direttiva Habitat. A protezione di tale ricchezza eco-sistemica la stessa Regione, con Delibera Regionale 604 del 3/11/2015, aveva ampliato di 382 ettari la perimetrazione di questo SIC. Inoltre, il Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano”, invitato a parlare ieri al Convegno anche in rappresentanza dei Circoli di Fondi e Minturno-Sud Pontino, aveva definito ed inviato (unica associazione ambientalista della Regione insieme a Marevivo) alla Regione Lazio, ormai un anno fa, un articolato documento che integrava la bozza predisposta dalla Regione di misure di conservazione e gli indirizzi di gestione dei due SIC ricadenti nel territorio del comune di Terracina: il Sito di Interesse Comunitario IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina” e il Sito di Interesse Comunitario IT6000014 “Fondali tra Terracina e Lago Lungo”. Le proposte del circolo di Terracina, orientate non solo alla conservazione (con monitoraggi costanti della qualità degli habitat) ma anche allo sviluppo del turismo ambientale per mezzo di attività educative e di esplorazione, non solo erano state accolte dalla Regione per la loro validità, ma la Regione aveva ritenuto opportuno estenderle a tutti gli altri SIC marini del Lazio divenendo parte integrante del documento finale di “MISURE DI CONSERVAZIONE DI 9 SIC MARINI, AI FINI DELLA DESIGNAZIONE DELLE ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE (ZSC)” con Deliberazione N. 679  del 15/11/2016 finalizzato alla designazione dei SIC a Zone Speciali di Conservazione (ZSC), ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Habitat) e DPR 357/97.

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Anna Giannetti – Presidente Legambiente Terracina

Nonostante tutto ciò la Regione Lazio, anche in presenza di pareri tecnico-economici negativi dei Comuni (purtroppo non vincolanti) e la netta contrarietà degli operatori turistici, della cittadinanza e delle associazioni e i sindacati di categoria, sta ancora procedendo con le autorizzazioni per gli impianti di mitilicoltura in base all’art.11 della Legge Regionale 20 giugno 2016 n. 8, legge che definiva un modus operandi temporaneo in attesa del recepimento della Direttiva Europea 23/08/2014 n. 2014/89/UE, direttiva che impone agli stati membri la pianificazione dello spazio marittimo prima di procedere con le autorizzazioni e che è stata recepita ad Ottobre 2016 (4 mesi dopo la legge regionale n.8) attraverso il Decreto Legislativo 17 ottobre 2016, n. 201 che istituisce (sotto la competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo.

Tutto ciò premesso, come ribadito nel corso del convegno, Legambiente, Confcommercio, Sindacato italiano balneari chiedono alla Regione, di revocare immediatamente tutte le autorizzazioni emesse e di sospendere gli iter autorizzativi in corso e al Ministero dei Trasporti (ora competente per la pianificazione marittima) di farsi parte attiva presso la Regione per richiamarla ad attenersi al quadro normativo vigente che prevede per ogni area marittima un piano di gestione che definisce le attività e gli usi (inclusi  gli impianti di acquacoltura e piscicoltura) dello spazio marittimo, predisposto a cura di un apposito comitato tecnico interministeriale (Trasporti, Ambiente, Politiche Agricole, Sviluppo Economico, Beni Culturali e Turismo) a cui partecipano anche i rappresentanti delle Regione e che prevede sia la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA).

Chiediamo inoltre che il redigendo Piano di gestione dello spazio marittimo della nostra Regione recepisca definitivamente che l’interesse diffuso, testimoniato anche dalla recente lettera inviata dal Presidente Confcommercio Lazio Sud Giovanni ACAMPORA al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del nostro territorio da San Felice Circeo, Terracina, Fondi, Sperlonga fino a Minturno-Scauri è assolutamente contrario alla costruzione degli impianti di mitilicoltura del tutto incompatibili con la vocazione turistica (testimoniata dalle numerose Bandiere Blu e dal numero di Vele di Legambiente!) e il valore paesaggistico della costa pontina che la Regione stessa sta promuovendo e valorizzando anche con finanziamenti dedicati, come quelli relativi alla economia del mare, una immensa risorsa che vale il 3,5 del nostro Pil, intorno ai 43 miliardi di euro (7 miliardi circa solo nel Lazio), con 185mila imprese (1600 nel Lazio) e 835 mila occupati (115 mila nel Lazio) principalmente donne e giovani (dati Unioncamere 2016).

Legambiente è la più grande organizzazione ambientalista italiana con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Grazie ai suoi 1.000 circoli è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali. Tratto distintivo dell’associazione è l’ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili

https://latina.biz/convegno-confcommercio-sperlonga-lintervento-anna-giannetti-legambiente-terracina/11/09/2017/46541.html