TERRACINA Ferrovia Terracina-Priverno Fossanova, ILLUSIONISMI E MAGIE ELETTORALI:

Abbiamo visto il ripristino della linea ferroviaria Terracina-Priverno Fossanova in tutti i “Programmi” dei nostri candidati di questa campagna elettorale e riteniamo che sarà così anche per molte future campagne elettorali a Terracina. Ciò che noi pensiamo e che diciamo da mesi è che il ripristino della linea Terracina-Priverno è un obiettivo molto difficile per evidenti motivi: la linea corre per molti chilometri sotto un fronte franoso classificato nel PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) della Regione Lazio a rischio molto elevato R4 (Rischio R4 quando esistono condizioni che determinano la possibilità di: perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone; danni gravi e collasso di edifici o infrastrutture; danni gravi a attività socio-economiche) che mette a rischio anche la superstrada Frosinone Mare seppur con un impatto minore.

La messa in sicurezza di questo vasto fronte franoso richiede una quantità di investimenti Regionali notevole, non certo i 4 milioni già assegnati e destinati alla messa in sicurezza delle case più esposte al rischio, ma decine di milioni di Euro. Inoltre i lavori di messa in sicurezza  di tutta l’area, seppur si trovassero i soldi necessari, non abbatterebbero il livello di rischio che resterebbe sempre elevato (R4) ma mitigherebbero solo gli eventuali danni, con la necessità di una costante manutenzione delle opere realizzate, come ad esempio nel caso di barriere paramassi deformabili e quindi ulteriori soldi. C’è poi da ripristinare la linea ferroviaria inutilizzata dal 2012 con materiali ed opere inevitabilmente compromesse e ammalorate, con altre decine di milioni di euro da stanziare ed inserire nel Piano Industriale di RFI per il ripristino e l’ammodernamento.

E’ chiaro che tutto ciò rende il quadro assai complicato in termini di investimenti necessari (altro che 4 milioni di €…), di tempi di realizzazione delle opere e di livelli di responsabilità coinvolti, perché seppur se per tutto questo si trovassero le risorse economiche necessarie, qualcuno dovrebbe poi prendersi la responsabilità di farci correre il treno sotto alle reti e alle strutture paramassi.

Questo non significa che non è giusto continuare a battersi per il ritorno del treno a Terracina, Tutti vorremmo che il treno tornasse presto, ma ci piacerebbe che la questione fosse non il terreno di un demagogico sfruttamento politico, ma fosse affrontata nella sua complessità con maggiore serietà e soprattutto con un approccio più civico e partecipativo, chiedendo un tavolo concertato con la Regione Lazio, all’interno delle azioni partecipative relative alla discussione del Piano di Mobilità del Lazio, al quale debbono sedere oltre all’Amministrazione locale, anche i comitati, le associazioni e tutti i portatori di interesse, e finalizzato ad ottenere un Piano dedicato e completo di tutti gli interventi necessari per traguardare il ripristino del treno a Terracina, con una calendarizzazione puntuale degli stessi, valutando anche i danni di eventuali ritardi di attuazione del Piano per la collettività e l’economia della Città. O valutando possibili alternative come la costituzione di una metropolitana leggera integrando il progetto di riqualificazione della Pontina portato avanti dal Comitato No Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera. O chiedendo una parola definitiva e chiara sulla questione del treno a Terracina senza più ambiguità ed ipocrisie.

Pensiamo che sia del tutto inutile continuare, per propositi esclusivamente elettorali, ad illudere i cittadini (come si fa da anni) che l’obiettivo è dietro l’angolo giocando cinicamente sull’equivoco tra i finanziamenti per il dissesto idrogeologico per i lavori di messa in sicurezza delle case e il ripristino della ferrovia ed il ritorno del treno. L’obiettivo purtroppo è molto difficile. Molti degli impegni politici assunti sul treno, negli anni passati, sono stati già ampiamente disattesi e molte delle parole dette non sono state mantenute. Ne è riprova il fatto che sono passati già 6 anni dalla frana e molti altri ne passeranno se la Città tutta non si mobiliterà unita su questo tema rinunciando a demandare la questione unicamente alla politica.

22 Febbraio 2018

Gabriele SUBIACO

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